Il Voynich rivelato

Capitolo 1 - Uno

Chicca Costanzo
5 months ago

Il Voynich è considerato il manoscritto più misterioso ed enigmatico mai conosciuto. La stoia di questo libro che sembra addirittura extra-terrestre si perde tra le ombre del passato. Sono passati centinaia di anni e i suoi segreti sono ancora tutti da svelare.

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Yale University, un giorno qualunque

- È quello?

- Sì, dottore. – disse lesta la guardia, per fingersi zelante; non capitava spesso di parlare col professor Corbett, uno dei cervelloni della Yale. Non che avesse la puzza al naso, anzi. A vederlo traversare i larghi corridoi, con gli immancabili libri tra le mani e la testa tra le nuvole, sembrava più un mentecatto che uno scienziato. Certamente non era uno che avesse qualcosa da spartire con una guardia giurata, di conseguenza: meglio approfittare di quel contatto per sembrare scrupoloso. Non si sa mai.

- Che cosa ha detto di preciso? – chiese il tipo “stralunato”, ma stavolta fissò il guardiano con occhi freddi, acuti e assai attenti.

- Beh… ha insistito parecchio; ha detto che deve tornare in Italia e che quello che ha notato è molto importante. – La guardia deglutì, sperando di non aver sbagliato a importunare Corbett – Ecco, signore, è stato molto caparbio; è qui dalle nove. Alla fine insisteva di riferirle quelle testuali parole: “E’ un film! Si legge come un film…”, ecco! Ha detto proprio così!

Corbett non ascoltava più l’altro, era concentrato sull’immagine nel piccolo monitor dell’interfono. La telecamera all’ingresso mostrava quel ragazzone, che si diceva italiano nonostante vestisse da perfetto, giovane, “yankee”. Probabilmente aveva fatto acquisti a New York.

Lo scienziato si decise; diede ordine di lasciarlo passare. Non era curioso, era certo che il giovane non avesse niente di importante da dire sul manoscritto. Però, nascosto sotto le lenti e i capelli arruffati, sepolto sotto i milioni di dati assorbiti negli ultimi trent’anni, c’era un “vecchio-giovane” romantico che serbava in cuore un’indimenticabile vacanza italiana.

- Posso chiederle perché si è scaricato una copia del Voynich, giovanotto? – il professore fu diretto.

- Perchè amo i misteri, signore. Tutto ciò che non si conosce o è segreto, mi affascina.

- E cosa intende quando definisce “il manoscritto”, un film?

Un giovane impacciato

L’ambiente era piccolo e spoglio, tanto da creare in Davide una leggera apprensione; aggiungeva disagio al timore di aver scomodato il luminare per una fesseria.

- Gradisce del caffè? – disse Corbett in italiano fluente – il “nostro”, naturalmente… – aggiunse con tono deluso.

- Grazie, sto bene – rispose il ragazzo.

– Mi dica, allora, che cosa l’ha spinta a cercarmi?

- Parliamo in italiano? – chiese Davide ingenuamente, l’altro non rispose, con la mano lo invitò a proseguire.

- Le dico sinceramente che adesso mi sento uno sciocco… veda, professore, sono uno studente di Architettura, in Italia. Un colpo di fortuna mi ha permesso di passare due mesi in America, ma non so niente di libri antichi… né di codici segreti. – l’altro non parlava, continuava a osservarlo, in attesa. Si sentiva, nella stanza, tutto il carisma del “personaggio” che lo studente aveva di fronte. Si era imbattuto nel famoso Manoscritto solo tre giorni prima, su internet, mentre cercava notizie di Corbett. Lui era l’autore del suo testo preferito, un saggio fondamentale sul simbolismo Gotico e Rinascimentale nell’Architettura Sacra europea. Davide cercò di spiegare tutto il preambolo a Corbett, che, invece, dava chiari segni di impazienza: voleva dei “fatti”! Quei fatti che, al povero giovane, sembravano sempre più inconsistenti…

- Lei, prima ha parlato di un Film… che cosa intende? E questo che voglio sapere… mi spieghi solo da dove le viene quest’idea, ok?

Stupidaggini o no, era il momento di spifferare la sua intuizione; l’italiano doveva procedere.

- Le dico cosa è capitato e cosa credo, d’accordo? Poi tolgo il disturbo, subito. – era fatta; stava per iniziare, quando un telefono interno iniziò a ronzare. Corbett ignorò la chiamata e fece di nuovo segno di procedere nel racconto.

- Ho trovato il suo Blog, cercavo proprio notizie su di lei, sapevo che insegnava a Yale… poi mi sono imbattuto nel Voynich, che non conoscevo affatto. – ora Davide desiderava un po’ d’acqua, aveva la gola secca, ma non osò cambiare argomento. – Ho letto l’articolo; mi è sembrato strano che si potesse scaricare l’opera intera con tanta facilità…

Corbett sorrise: – Seicento anni di ricerche non hanno portato da nessuna parte, o quasi… deve capire: siamo disperati. Oggi, l’ipotesi che più piace a noi scienziati è che sia solo un gioco, l’opera di uno spiritoso, magari uno studente, come lei. L’uomo della strada non ama sentirsi sciocco, meglio credere in uno scherzo da prete… Si sentì bussare discretamente alla porta, il professore ne fu seccato ma si alzò e andò ad aprire. Era un giovane, gli riferì qualcosa a bassa voce e Corbett, per un attimo perplesso, rispose in inglese.

- Ma perché? E’ da matti. Comunque, adesso sta bene? – l’altro dovette rispondere di sì. – Ok… richiamala, dille che se non se la sente di venire in Taxi la vai a prendere… non posso muovermi, adesso! - Il giovane non fece una piega, assentì e scomparve nel corridoio. Lo scienziato sembrava contrariato e rimase in piedi; un momento dopo si rivolse a Davide in maniera spiccia e diretta, invitandolo a venire al sodo.

- Ecco… ho scaricato il PDF: è abbastanza pesante, ci è voluto un po’. Sono un tipo impaziente, premevo senza pensarci i tasti “up and down”. Andavo su e giù, meccanicamente, senza nemmeno farci caso… professor Corbett, io, il manoscritto in sé non l’ho quasi guardato! Quello che mi ha colpito, sono le pagine. – più parlava, più si rendeva conto di non avere quasi nulla da dire. Il suo interlocutore era sempre più seccato.

- Facendo scorrere le pagine dall’alto verso il basso, ho avuto la netta sensazione di vedere qualcosa… una specie di segni, come una sequenza, sa, tipo cartone animato. – Davide cercava di essere il più chiaro possibile; appena terminato si sarebbe scusato, per poi “fuggire” in Italia, sperando che si fossero presto scordati di lui.

- Pur non credendo ai mie occhi, ho cercato di fare maggiore attenzione… ma non si vedeva bene. Ho girato il PC, ribaltandolo su un lato, per vedere scorrere le pagine in orizzontale. Come sa, non è possibile intervenire sulla velocità dello scroll… quindi non so bene cosa ho visto… cioè, cosa ho creduto di vedere. Insomma, la mia netta sensazione e che, facendo passare le pagine una dopo l’altra, guardando da una certa distanza, si legge qualcosa… dei segni o delle lettere… un po’ come quegli scherzi ottici che si fanno con i foglietti di carta… Tipo Lanterne Cinesi o roba simile. – Davide concluse così, e non ebbe il coraggio di aggiungere altre idiozie.

***

Tamhal, il Sacerdote, aveva fallito. Ogni preghiera, ogni orazione segreta, il sangue di 50 vergini: niente aveva placato la collera del Dio Sole. Il Signore della Luce non si era svegliato per tutto il giorno. Il cielo era nero ma senza una stella.

Tamhal non volle tornare dal Re con la sua vergogna. Si gettò senza un grido nella pira ardente che lui stesso aveva allestito, sull’altopiano di pietra.