La donna della vendetta

Capitolo 5 - Una fede al dito indice

Chicca Costanzo
2 months ago

“Purtroppo i proprietari hanno avuto un incidente ma dovrebbero rientrare questa notte. Le vostre chiavi. La cena sarà servita alle 19,30.” Le tre donne si scambiarono un’occhiata sorpresa, dietro al bancone era comparso un personaggio a dir poco strano: occhiali spessi, sopracciglia folte e un posticcio di capelli neri d’infima qualità, anche i baffi erano neri e sicuramente tinti. Infine, il tipo, cercava di nascondere un’altra, fin troppo evidente incongruenza: era effeminato. Un gay attempato che cercava di nascondere la sua tendenza. Aveva stampato sul viso un sorriso stereotipato, di mestiere, e faceva del suo meglio per attirare la loro attenzione sul foglietto che doveva essersi preparato da solo.

“Speriamo che il vostro soggiorno sia piacevole e ci scusiamo per l’inconveniente. Sono Pier, sono il cameriere e il factotum, e purtroppo non posso parlare.” Infatti Pier, continuava a gesticolare gaio, per attirare la loro attenzione sulla sua bocca e sul suo mutismo.

«Quindi, siamo le prime ospiti per la Conferenza; che sarebbe domani, giusto?» la Sovrano, sempre un po’ diffidente iniziò subito a interrogare l’impiegato, che le rispose asserendo con la testa e giustificandosi con le mani. «E i proprietari hanno avuto un incidente… ma d’auto?» La risposta, un po’impacciata, fu un’asserzione. «Un incidente grave?» Stavolta Pier sgranò gli occhi dietro le spesse lenti e, sempre con la mimica, fece capire che non ne sapeva di più. Si chinò sul bancone per stilare una frase su un foglio: “Non vi preoccupate per i bagagli, provvedo subito.”

«Ma no, dai.» Intervenne Polly Horse, pratica. «Funziona l’ascensore? Ci aiuti solo a caricare i Trolley che poi ci pensiamo noi… va bene così!» Sorrise, mentre Geimy le lanciava un’occhiataccia. Pier, entusiasta, si precipitò verso le valige posate nell’atrio e, con andatura insicura, se le trascinò verso il piccolo ascensore a vetri. Donne e valige insieme ci entravano a malapena ma, alla fine riuscirono a partire… dopotutto dovevano percorrere un solo piano.

Visto che erano sole nell’Hotel, fecero un po’ il comodo loro: visitarono le reciproche stanze; criticarono i tendaggi e le passamanerie; controllarono i bagni, che risultarono puliti e confortevoli, e poi si godettero il panorama dai piccoli balconcini romantici e pieni di fiori, proprio come il giardino, splendidamente curato, che affacciava sul mare.

«Ehi, ragazze,» sbottò Emma, mentre il clima euforico le portava a lasciarsi andare sempre di più e a sentirsi delle adolescenti in gita scolastica, «questa non possiamo proprio perdonargliela, che ne dite?» esibiva un sorriso malizioso e avido stampato sul volto, in mano un biglietto con un messaggio di cortesia:

“Benvenuti, il Frigo Bar è a vostra disposizione. With Compliments, la Direzione.” Lo stesso foglietto era distribuito in tutte le camere e le donne se la spassarono per un’oretta, organizzando una specie di Party di “Benvenuto”, nella camera di Polly.

«Peccato non poter invitare qualche amico,» disse Emma dopo la seconda Vodka e Lime, poi aggiunse ammiccante, «purtroppo non credo che possiamo contare su Pier… come “uomo di fatica”!» e rise.

«Già!» Aggiunse Geimy, senza pensare «Proprio come ai vecchi tempi…» la battuta non fece ridere e ci fu un attimo di gelo, ma nessuna commentò.


Da Folkestone, Yours dovette spostarsi a Dover, all’East Kent Hospital, un’edificio nuovissimo e assai efficiente. La polizia locale aveva ottenuto di inserire nella struttura un piccolo ufficio, con tanto di Foresteria. All’occorrenza, poteva essere adoperata come cella provvisoria ma non era mai stata usata.

Il detective aveva fretta: fretta di capire cosa nascondesse il misterioso cadavere; fretta di risolvere almeno le formalità di rito, e impellenza di tornare a Londra per scoprire se, la sua donna, avesse lasciato notizie.

L’ambulanza aveva deposto il corpo sfigurato in una saletta riservata, del laboratorio di Patologia. Per fortuna, un chirurgo aveva anche l’incarico di Coroner ed era ancora in Ospedale, ma di procedere all’autopsia subito non se ne parlava. Confermò solo ciò che un occhio esperto, come quello di Yours, aveva già catturato: l’uomo era morto da poco; era stato sfigurato malamente, anche i polpastrelli erano stati mutilati… ora il corpo giaceva nudo e grigio sul carrello d’acciaio, indossava solo la #fede d’oro e, stranamente, la portava all’indice; le dita del cadavere erano gonfie e rigide, e Yours, completamente bloccato! Allora il medico eseguì un’azione che lasciò scosso lo stesso poliziotto. Compresa l’impellenza dell’ispettore di ottenere un indizio, e impaziente di tornarsene ai suoi impegni: prese una grossa tronchese e, producendo uno scatto secco, tagliò l’indice del morto, liberò l’anello e lo consegnò nelle mani del detective.

«Non si scandalizzi, ero medico militare… Siamo persone pratiche, no?» Infatti, dopo un attimo di sgomento, l’ispettore si impadronì avido del reperto, per studiarlo. Come sperava, c’era una scritta incisa:

St. #Brun – #B4 – I on MM