La donna della vendetta
Capitolo 7 - Indirizzo nascosto
L’ispettore Yours preferì liberarsi dagli agenti della polizia locale. Nonostante piovigginasse, si era fatto lasciare a pochi passi dalla stazione di Priory. La dottoressa Kovalski sarebbe arrivata col treno delle 15, mancavano una ventina di minuti. Aveva una camera prenotata con vista sul mare: chi arriva da Londra non disdegna mai di lanciare uno sguardo al continente. Gli isolani sono fatti così.
Yours ordinò un caffè e sedette nella veranda di un Bar. I suoi pensieri erano divisi tra il suo amore che, per il momento, lo teneva sulle spine e l’indagine sui delitti incomprensibili del maledetto killer: ne era certo, l’assassino era lo stesso. Entrambe le vittime erano state uccise con un colpo alla nuca. Un’esecuzione precisa con una strana pistola: piccola, rara ma ugualmente implacabile.
Poi arrivò Lara, per fortuna con una valigia piccola, da donna “pratica”. La pioggia sottile rendeva confortevole il posto, così, tornarono a sedersi allo stesso Bar, e Yours riprese a pensare, ma stavolta ad alta voce. La signora ordinò un “Aperitif” al Pernod.
«Non credo ci siano dubbi, si tratta della stessa mano, ma le vittime non potrebbero essere più eterogenee; anche il trattamento loro riservato è strano, discordante.» raccontò Yours, per informare Lara delle sue deduzioni. «La donna trovata stanotte, era vestita con abiti da burlesque, coloratissimi, e truccata pesantemente, come gli attori… ma a che scopo? Non è stata riscontrata nessuna traccia biologica; qualcuno le ha infilato calze e indumenti, quand’era già morta.»
«Si sa chi è la vittima?» Chiese Lara, mentre seguiva attentamente le elucubrazioni del detective.
«Credo lo sapremo presto; il viso era intatto, anche le impronte. Doveva essere una donna ricca, il suo corpo era molto curato.»
«Quindi, una signora bene; ne avranno denunciato la scomparsa?»
«Probabilmente sì, stanno controllando tramite Internet» fece lui « Invece l’altra vittima doveva essere un uomo di fatica, robusto. Ah, dimenticavo, era uno che alzava il gomito, è risultato dalle analisi.»
«Diverso pure» disse lei «il “modus operandi” del killer, no? Mi hai detto che era mutilato; il viso sfigurato.»
«Proprio così!» confermò l’ispettore.
«Sai, mio caro, ho riflettuto molto sull’accaduto, per questo ho deciso di venire. » finì la sua bibita, soddisfatta mentre le guance le si colorivano «Però devo vedere i luoghi; potrebbe essere sfuggito qualcosa, invece sono convinta che, l’assassino, lasci deliberatamente dei “segnali”!»
«In che senso?» chiese Yours.
«Ma come, non lo vedi? Quante cose che non quadrano; simbolismi dappertutto, indizi che sembrano occultati e invece: sono evidenti.»
«Ah, a proposito, cosa avevi scoperto della scritta nell’anello, come sapevi che era un indirizzo?»
Tranne che per le manette, le ragazze erano libere di alzarsi e potevano spostarsi di un metro o poco più. Cercare di strattonare era peggio: Polly Horse ci aveva provato ed era stato necessario l’intervento di Pamela, per sistemarle: il sangue non circolava più nelle mani. Pur avendola vicino, Polly era terrorizzata e non tentò niente contro di lei; poche ore prima aveva visto con quanta freddezza aveva giustiziato la Sovrano. Senza pietà.
«Su, signorina Sovrano, alzati in piedi!» Le aveva ordinato standole davanti, il viso disteso non mostrava alcun segno di tensione: fredda e distaccata, com’era stata un tempo; ancora bella!
«Fottiti, stronza,» ribatté Geimy che l’aveva sempre odiata «Farai la fine che ti meriti, tornerai in galera e stavolta non uscirai più!»
Pamela teneva in mano una bacchetta; la fissò, e poi sorrise freddamente. «Ti ringrazio, Sovrano, mi rendi le cose più facili.» Si spostò verso il muro e prese una bocchetta dell’antincendio.
«Per prima cosa facciamo pulizia,» disse, indirizzandole addosso il getto sotto pressione «visto che ti sei cagata addosso e hai un odore nauseabondo.» La Sovrano si avvilì e finì per arrendersi: piangendo e strillando, obbedì e si alzò.
«Bene, adesso voltati!» la Bridge continuava a non mostrare animosità ma solo il desiderio di essere obbedita. Le altre amiche restarono per terra, terrorizzate. Tutta la scena aveva un che di incredibile, di grottesco.
«Chìnati!» gridò l’insegnante e la colpì sulle natiche con forza. La Sovrano gridò, accovacciandosi sulle ginocchia per il dolore. «Chìnati, ho detto!», la ragazza eseguì e Pamela la colpì ancora, forte, facendo sibilare la canna nel silenzio del garage. La fustigò poche volte, controllando i segni sul culo chiaro. Geimy era addolorata, mortificata e piangeva di rabbia. Poi, Polly ed Emma videro la scena che fece perder loro ogni speranza: Pamela Bridge, estrasse un piccolo oggetto dalla tasca del Jeans e, con freddezza, esplose un colpo nella nuca di Geimy. La ragazza stramazzò per terra senza vita. Dopo, senza esitare, la donna liberò il cadavere ancora caldo e, meticolosamente lo vestì, con lingerie coloratissima, da puttana. Infine alzò il corpo con un carrello e lo caricò, come un pacco, su un furgone.
La scienziata guardò Yours con aria furbetta:
«Non era tutto così misterioso come credi… ? Sai bastava riflettere, era scritto tutto lì, anzi, l’assassino ci aveva detto anche troppo… se solo ci fermassimo a riflettere, a volte… La fede si porta all’anulare, giusto?» Yours annuì, gasato dalla piega che aveva preso la conversazione «Infilata nell’indice di un morto cosa vuol dire se non “Ehi… attenti, sono un indizio!” E dentro? Una scritta freschissima, sull’oro vecchio di anni… quindi? Quindi, un indizio preciso; persino di un qualcosa che, voi uomini, non scoprireste mai!»
«Cosa?» scattò Yours, veramente sorpreso da quell’affermazione…
«Quello è l’anello nuziale di un matrimonio senz’amore! La fede era usata, lisa, ma dentro non c’era mai stato scritto niente… solo due che si sposano senza amore, non incidono nemmeno la data sull’anello. Infine, la scritta misteriosa, con l’errore finto, e lapalissiano. St. Brun… il nostro uomo richiama l’attenzione su un gioco di parole: St. Brun non è l’errata trascrizione di Saint Bruin ma vuol indicare Bruin Street, scritto male… infatti invece di Bruin, l’incisore ha scritto: Brun… ha sbagliato? O no, no che non ha sbagliato, siamo noi a osservare le cose in maniera superficiale… Brun è la chiave per capire il resto:
“Cercate nella strada Bruin” ci dice l’assassino “e, con questo finto errore, vi dirò anche il numero civico… che è il 36!»
«Ma è… è esatto! E’ proprio così: il cadavere della donna è stato trovato in una vecchia officina, al 36 di Saint Bruin Street!» Yours era più arrabbiato che sorpreso, la successione, spiegata dalla scrittrice, sembrava quasi lampante.
«Vedi, amico mio… Brun è stato un matematico: era fissato con i numeri Primi, ha scoperto una #Costante, chiamata #B-4, che riguarda i numeri #Primi_Quadrupli… uno dei tanti misteri di queste sequenze algebriche. Ora devi sapere che, i Primi Quadrupli sono notevolmente rari, se ne contano solamente 7 sequenze nei primi 2000.
La prima su 2000 (come indica chiaramente la scritta: I su MM) è: 5, 7, 11, 13. Addizionando questi semplici numeri viene fuori il 36! E oltre ad averci fornito l’indirizzo esatto. l’assassino ci informa anche di un’altra cosa:
“Attenti, sono una persona colta!”»
Il detective la guardava a bocca aperta, poi disse: «Corriamo sul luogo del delitto, non c’è tempo da perdere… c’è qualcosa che devi vedere!»
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