La donna della vendetta

Capitolo 9 - Tragico inganno

Chicca Costanzo
2 months ago

La Pensione era al buio, e del tutto silenziosa. Nel parcheggio tre auto, chiuse. I poliziotti avanzarono cauti verso l’ingresso, mentre un gruppetto aggirava la palazzina, per controllare il retro.

Il primo gendarme a salire i pochi gradini del patio, fece un salto all’indietro, sconvolto: sulla destra, gettato per terra come spazzatura, il corpo nudo di una donna giaceva senza vita. Si fecero ancora più guardinghi. Yours andò avanti ma chiese a Lara di restare in macchina con una guardia.

La dottoressa ricusò il suo invito e volle seguire il piccolo drappello, mentre si dirigeva verso un unico, lieve barlume all’interno della villa. La luce di un solo neon non illuminava granché ma permetteva di vedere malamente l’interno del garage: videro una sagoma, la vittima, forse era ancora viva... era in ginocchio completamente nuda, le mani legate dietro la schiena e un cappuccio di stoffa sulla testa. Alle sue spalle s’intuiva si nascondesse un’altra figura, si faceva scudo col corpo di Polly. La mano, stringeva di certo una pistola, puntata sulla tempia dell'incappucciata.

«Fermatevi o le sparo!» gridò una voce femminile, era tesa. Anche l’assassina indossava un cappuccio: così i volti erano irriconoscibili. Il gruppetto sulle scale si bloccò, Lara sussurrò al detective:

«Riconosci questa voce, Yours?»

L’altro scosse la testa: «Assolutamente… mai sentita prima, perché?» la donna sembrava perplessa.

«State zitti, non fate un solo passo, o lei muore!» Dovettero obbedire. Un bisbiglio tra vittima e carnefice, forse una minaccia.

«Ti conviene arrenderti» cominciò Yours con freddezza «l’albergo è circondato, sappiamo chi…»

La donna premette l’arma sul collo della Horse: «Taci, capito? Non c’è tempo. Lara, venga avanti, lei da sola.»
L’anziana per poco non svenne a sentirsi chiamare ma riuscì a scendere gli scalini. Ancora bisbiglii, poi la donna continuò a voce alta:

«Va bene, ferma adesso! Complimenti, è stata brava, chi mi ha parlato di lei mi aveva avvertito. Ora avrà capito tutto, potrà spiegare come sono andate le cose.» Lara ascoltava terrorizzata e confusa; eppure sì, aveva dei sospetti e adesso sembravano concretizzarsi, ma tutta quella scena le suonava strana, come fosse una recita.

«Lei lo capisce, Lara, non era possibile andare avanti così. Perché illudersi? Sa come sono diventata “importante”, una donna a prova di indagini?» Yours sudava freddo, tutta quella storia gli stava distruggendo la mente; doveva pensare eppure, qualcosa dentro di lui, cercava violentemente di non capire. «Mi sono fatta amici importanti, mia cara. Questa pensione era il luogo ideale ed io non avevo più niente da perdere, lei mi capisce. Non c’è futuro; solo una breve meravigliosa pausa in “Paradiso”. Ci pensi lei; di lei mi fido. Addio, Lara Kovalski!»

L’assassina si alzò in piedi, Lara era fin troppo esposta ed elaborava mille congetture; sudava e tremava, terrorizzata.

La donna in jeans si allontanò di tre, quattro passi, e prese accuratamente la mira, ora sembrava pronta a giustiziare la vittima.

Era ben in vista, ma Yours non ebbe il coraggio di sparare, il dito sul grilletto si sarebbe contratto e, probabilmente, ucciso un innocente. Il poliziotto alle sue spalle, invece, perse il controllo: una raffica rumorosa falciò il petto della donna incappucciata che stramazzò al suolo senza un gemito.


Un’ambulanza si allontanava con Polly Horse a bordo: provata, spossata ma viva. Invece, il corpo di Pamela Bridge era ancora nel garage; era morta sul colpo e, forse, aveva ottenuto ciò che voleva.

Yours guardava il mare buio, seduto a una panca di rattan, dalla veranda dell’Hotel. Lara lo aveva difeso dalle domande dei primi cronisti, poi gli sedette vicino.
«Non ha sofferto, l’ha detto anche il dottore.» disse piano, controllando la reazione del detective. «Devi farti coraggio. Lei ti ha amato molto; credo che il tempo passato con te sia stato il periodo più felice, nella vita di “Eva Pool”! Ma il suo destino, come Pamela Bridge, era segnato. Ha fatto parlare Polly al posto suo perché tu non ne riconoscessi la voce.»

«La sua pistola era scarica…» disse Yours con un filo di voce.

«Lo so, amico mio… ma nessuno poteva immaginarlo.» La dottoressa si fece coraggio e gli prese la mano. Yours si irrigidì ma poi gliela strinse e, voltando la testa dall’altra parte, cominciò a piangere silenziosamente.

«Le hanno rovinato la vita! Nonostante tutto, non riesco a condannarla. E’ stata una vendetta tragica, dove lei ha sofferto per prima. Vivere accanto a quel Colber, la su prima vittima. Tensioni, minacce, rancore… lei: una mente così brillante. Ora lo devi accettare, Yours, Eva Pool era solo un fantasma: nessuno deve sapere! Sono sicura: è stata questa la sua ultima volontà; quando ha costretto Polly a parlare al posto suo… parlava a me, ma il suo messaggio era per te. Non devi mollare, lei non avrebbe voluto.»


Pamela Bridge , aveva già redatto un testamento, lasciando la Sea Garden ad un Ente benefico che aiutava le giovani madri vittime di stupro. Grazie ai suoi “amici” potenti e con una serie di cavilli la proprietà rimase salda, nonostante gli attacchi legali delle famiglie delle sue vittime.

Polly Horse fu dimessa dall’ospedale ma non si riprese mai completamente dai sensi di colpa e dal trauma subito.

L’ispettore Yours, dopo un lungo periodo di aspettativa, tornò al suo lavoro di sempre. A volte, si reca ancora dalla sua vecchia amica Lara e le chiede anche qualche aiuto sulle indagini in corso ma, tra di loro, non hanno parlato mai più di una donna chiamata Eva Pool.