Sogno
Sono tra i flutti, e il moto ondoso aumenta
poi si riassesta e mi dà tregua, il mare.
Cerco un appiglio, sia scoglio, sia pontile
per trovar freno, infine, al mio nuotare
ma non ho pace e resto a naufragare...
Quante tempeste dopo una quiete,
quanti perigli e che stanchezza a volte;
a quanti ho dato appiglio in mezzo ai flutti,
quanti ne ho spinti sulla plaga, in salvo,
e quanti ne ho tenuti stretti, al seno.
Per non farli lambire dal terrore
ho nuotato e battuto sulle onde;
per non lasciarli vincere dal freddo,
battevo i piedi e mi spezzavo il cuore:
eppure, non li mollo e non mi fermo.
Infine adesso che sono stanco e solo
e guardo intorno il grigio dei marosi,
il fiato mi si spezza e bevo il sale.
Affanno senza tregua e sento male,
una stanchezza ormai senza speranza,
senza un futuro, un punto di ancoraggio:
vorrei fermarmi un attimo e restare
con le braccia conserte a contemplare
tutta questa terribile bellezza...
vorrei fare il mio punto e misurare
dove, attraverso gli anni sono stato,
quali terre, che premi, ho conquistato!
Ma niente...
resto nei flutti e incalza il mare
senza mostrarmi più nessuno scoglio,
né isola né spiaggia a darmi asilo.
Devo nuotare per tenermi a galla
senza più forza e spesso m'avvilisco...
no, non mi arrendo,pur se ben capisco:
non c'è speranza al mio lungo vagare
e mai ti rivedrò, terra promessa.
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